Santa Messa del Crisma

 
Carissimi,
raccogliamo dalle parole del prefazio della Santa Messa del crisma la sintesi dell essere e dell operare di quanti sono stati fatti partecipi del sacerdozio ministeriale:
Tu vuoi che nel suo nome(quello di Cristo)
rinnovino il sacrificio redentore,
preparino ai tuoi figli la mensa pasquale,
e, servi premurosi del tuo popolo,
lo nutrano con la tua parola
e lo santifichino con i sacramenti.
 
Tu proponi loro come modello il Cristo, perché,
donando la vita per te e per i fratelli,
si sforzino di conformarsi all immagine del tuo Figlio,
e rendano testimonianza di fedeltà e di amore generoso.
Ma come è possibile questo?
L abbiamo sentito nella prima lettura del profeta Isaia: Lo Spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l unzione (61,1). In Cristo è la pienezza dello Spirito Santo. La pienezza dell unzione trinitaria, ed insieme la pienezza del dono in cui si offre al mondo Dio, così che il mondo sia salvato. Infatti Dio non ha mandato nel mondo il Figlio per giudicare il mondo; ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui (Gv 20,22).
Questo Spirito –  dopo l ascensione di Cristo al cielo è rimasto nella Chiesa come l unzione messianica, come fonte della vita nuova.
Oggi celebriamo la liturgia di questo mistero. La liturgia dell unzione messianica. E, mediante questa, di tutte le unzioni che nella Chiesa esprimono il donarsi dello Spirito Santo, il rinnovamento sacramentale della vita, la grazia santificante. Oggi, attraverso la rinnovazione delle promesse che abbiamo fatto al momento della nostra ordinazione sacerdotale, desideriamo rivivacizzare il dono che ognuno di noi ha ricevuto:  essere fedeli a Cristo, così da condurre ogni uomo e ogni donna a Lui, unica fonte di salvezza, come ripete la liturgia di questo giorno.
È Lui, infatti, che ci rende capaci di amare, servire. Perché, come abbiamo letto nel libro dell Apocalisse, Lui ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, ed ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre (cfr. 1,6).
Solo abbeverandoci alla fonte che è Cristo riceviamo la forza e la luce di servire gli uomini come Lui ci ha insegnato, di soccorrere l umanità che soffre e langue per una ferita mortale, portandola giorno dopo giorno a quella fonte, perché riceva la salvezza di Cristo. Solo se saremo rinnovati da Lui, potremo rinnovare il mondo, come recita la preghiera del post communio di questo giorno: Concedi, Dio onnipotente, che, rinnovati dai santi misteri, diffondiamo nel mondo il buon profumo del Cristo .
Quel profumo che hanno diffuso i santi, perché solo la santità porta Dio al mondo e serve l uomo nella carità vera. Diceva mercoledì scorso il Santo Padre, Benedetto XVI, I Santi manifestano in diversi modi la presenza potente e trasformante del Risorto; hanno lasciato che Cristo afferrasse così pienamente la loro vita da poter affermare con san Paolo «non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20). Seguire il loro esempio, ricorrere alla loro intercessione, entrare in comunione con loro, «ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla Fonte e dal Capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso Popolo di Dio» (Conc. Ec. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium 50) .
Questa la chiamata che la Chiesa ha ricevuto in quel giovedì santo: essere nel mondo testimone della Pasqua di Cristo; questa la vocazione di ogni battezzato: essere santi, testimoni di quel passare, attraverso la morte di Croce, alla nuova vita nella Risurrezione.
Diceva il servo di Dio Giovanni Paolo II: Partecipiamo in modo particolare alla potenza dello Spirito: siamo i servi di Cristo, i ministri dei misteri divini. Vogliamo che il mondo pensi a noi in questo modo.  E che il mondo ci veda così. E con noi conviva così. E così venga in cerca del nostro servizio (Santa Messa  crismale del Giovedì santo, 23 marzo 1989).
+ Carlo, vescovo