Riflessione sull’insegnamento della religione

Da La Traccia di Domenica 2 luglio

Condividiamo una bella riflessione sul ruolo dell’insegnante di religione.
L’articolo è stato pubblicato sulle pagine de LA TRACCIA di Domenica 2 luglio, inserto diocesano del settimanale di informazione regionale TOSCANA OGGI.

Si è svolto sabato scorso, 24 giugno 2023, ospitato dal Seminario vescovile di Massa Marittima il consueto incontro al termine di questo anno scolastico 2022-2023 di tutti gli insegnanti di religione cattolica della nostra Diocesi con i referenti dell’Ufficio diocesano per l’Insegnamento della Religione. è stata una giornata ricca di iniziative e di momenti di condivisione su più livelli.

La mattina si è aperta con una ricca relazione di Mons. Francesco Spinelli, Vicario Episcopale per il Coordinamento della Pastorale Diocesana per la Diocesi di Volterra e membro del Dicastero per l’Evangelizzazione, sul tema della “Testimonianza nell’Insegnamento della Religione Cattolica. Gli insegnanti di religione come testimoni missionari nel mondo della scuola”. Dopo una preghiera di invocazione allo Spirito Santo perché sia Lui ad insegnarci ciò che dobbiamo fare e il cammino da percorrere, Mons. Spinelli ha sottolineato come la nostra testimonianza nel mondo della scuola debba essere qualcosa di visibile, “nel bene e nel male”, come ha sottolineato più volte. Il riferimento a due passi, ben conosciuti, del Nuovo Testamento esprime ancora meglio questo concetto: “voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo” (Mt 5, 13-16) e ancora: “La fede senza le opere è morta” (Gc 2, 14-26). Ecco, a partire da queste stimolazioni, è emerso sempre più come la testimonianza insieme alle opere, ai gesti che compiamo, rendono più o meno credibile il nostro operato. Per questo il nostro agire è qualcosa di molto particolare, fragile ma prezioso soprattutto nell’ambito della scuola per cui la testimonianza degli insegnanti è qualcosa che abbraccia non solo i ragazzi, ma anche i colleghi e i genitori stessi. è importantissimo instaurare infatti anche con i colleghi delle altre discipline, un rapporto di stima reciproca che si raggiunge solamente attraverso una preparata professionalità ed una umanità sensibile all’ascolto. Con i genitori poi, l’insegnante di religione può trovare svariate occasioni di confronto, come per esempio il momento dei colloqui per il rendimento scolastico, per comprendere sempre di più e meglio gli alunni che gli sono stati affidati. In questo percorso gli insegnanti possono e devono essere veri testimoni missionari. L’importanza dei laici è fondamentale, come ricorda anche la Lumen Gentium, per orientare sempre più e meglio i fratelli verso il Regno di Dio. Ma per orientare bisogna anche conoscere e per questo l’insegnante di religione ha questo duplice aspetto: da una parte è insegnante cioè una persona preparata professionalmente per essere un autentico educatore; dall’altra è “di religione” per cui deve essere un uomo o una donna di Fede all’interno della Chiesa. In questo consiste la cosiddetta vocazione educativa dove i destinatari sono i ragazzi. Fondamentale è dunque un buon esercizio continuo delle competenze. Non possiamo pretendere di aver acquisito delle capacità una volta per tutte ma è necessario uno studio continuo, un aggiornamento costante che riguardi ogni campo di ciò che ci sta intorno e non solamente la teologia o l’aspetto meramente pedagogico. Ci deve essere una buona sintesi tra Fede e Cultura, tra Vangelo e Storia, tra aspirazioni e bisogni degli studenti. Questo è quello che l’insegnante di religione è chiamato ogni giorno a fare e a trasmettere. Avere sì un bagaglio biblico, antropologico, pedagogico, metodologico e storico-culturale ma dentro una vita di Fede perché il Vangelo incarnato davvero migliora l’uomo. L’insegnante, se vuole essere testimone, così come ogni cristiano è chiamato ad essere, deve suscitare il desiderio di verità negli alunni senza quella neutralità che impedisce un dialogo che si basa da una precisa identità, pur sempre nel rispetto della coscienza di ognuno. L’insegnante deve essere un professionista della propria materia e un credente. Le competenze non sono solo le conoscenze ma c’è bisogno anche di competenze interdisciplinari, multiculturali, didattiche, progettuali e di ricerca, organizzative e soprattutto comunicative e relazionali. Solo facendo in questo modo la scuola può diventare più attenta alla dimensione religiosa dell’essere umano. La scuola dovrebbe essere per questo un luogo dove le persone sono chiamate a interrogarsi, a riflettere, a farsi domande. C’è poi un rischio nell’insegnamento della religione cattolica a scuola e cioè che questo rimanga scollegato dalla dimensione della Chiesa. L’insegnante di religione ancora di più deve allora inserirsi in un contesto di comunità e diventare artefice di buone pratiche su cui tutti possano collaborare. L’insegnante di religione può così diventare una risorsa per la Chiesa e per la Scuola vivendo in modo vero la propria spiritualità. «Agli insegnanti di religione è doveroso, innanzitutto, dare atto dell’opera generosa e competente svolta a servizio delle nuove generazioni…esorto gli insegnanti di religione a svolgere sempre il loro impegno con la solerzia, la fedeltà, l’interiore partecipazione e non di rado la pazienza perseverante di chi, sostenuto dalla fede, sa di realizzare il proprio compito come cammino di santificazione e di testimonianza missionaria» (Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti al Simposio del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa sull’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, 15 aprile 1991).

La relazione di Mons. Francesco Spinelli è stata anche in seguito, durante gli altri momenti della giornata, motivo di ulteriore riflessione e approfondimento che ha stimolato un piacevole e stimolante dialogo. A seguire il nostro Vescovo Carlo ha celebrato la S. Messa nella chiesa di San Francesco concentrandosi sulla figura di San Giovanni Battista, di cui si celebrava proprio la festa quel giorno. Ha richiamato più volte l’importanza dell’ascolto e del fare silenzio. Oggi è facilissimo parlare ma raro è ascoltare veramente l’altro e per farlo bisogna fare silenzio dentro di noi, richiamando quel deserto in cui il Battista viveva «fino al giorno della sua manifestazione a Israele» (Lc 1, 80). Quella che si vive, anche nell’insegnamento, è una battaglia; per questo il Battista ci appare quasi come un guerriero, uno che combatte per fare spazio all’Altro, a Gesù Cristo che viene. Infine, l’augurio agli insegnanti per un buon lavoro nella Fede e nella testimonianza.

In seguito, dopo un momento di convivialità offerto dall’Ufficio diocesano per l’IRC, alcuni insegnanti si sono trattenuti per parlare con i referenti diocesani e confrontarsi su questioni più personali e circoscritte. L’Ufficio ha poi fatto alcune brevi comunicazioni. La prima riguardante il calo delle ore di insegnamento nelle classi dovuto ad un minor numero di nascite. Questo dato ci fa sicuramente mettere in azione per studiare strategie e pianificazioni nuove nella struttura dell’insegnamento. Si è notato invece un buon miglioramento per quanto riguarda il numero dei ragazzi che si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica, auspicando possa creare una controtendenza rispetto agli anni passati. Un’altra comunicazione ha poi riguardato il Concorso che si prevede possa essere a breve messo a Bando dal Ministero dell’Istruzione per l’immissione in ruolo degli insegnanti di religione. “Un importante passo in avanti, maturato in un fecondo dialogo, di cui siamo grati”. Così Ernesto Diaco, responsabile del Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione cattolica (IRC) della CEI, definisce la modifica apportata dal Governo all’art. 1bis della legge 159/2019, che innalza dal precedente 50% al 70% la quota percentuale alle assunzioni da realizzarsi con procedura straordinaria per l’immissione in ruolo dei docenti di IRC. All’indomani dell’approvazione del Decreto legge “PA2” che comprende interventi di interesse del Ministero dell’Istruzione e del Merito riguardanti, tra l’altro, l’accelerazione delle procedure concorsuali per l’assunzione di docenti nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e la formazione iniziale degli insegnanti, nell’ambito della riforma del reclutamento prevista dal PNRR, Diaco sottolinea che la modifica riconosce “la situazione eccezionale in cui si trovano migliaia di insegnanti di religione, da quasi venti anni in attesa di un concorso che assicuri maggiore stabilità al loro lavoro e che abbia modalità tali da non mettere a rischio la funzione educativa svolta da tanti anni”. “Davanti a questo gesto di responsabilità – conclude il responsabile del Servizio CEI – esortiamo a proseguire con impegno e coraggio nella direzione intrapresa, così da compiere ulteriori passi verso un esito giusto e adeguato”.

La giornata si è poi conclusa con la Premiazione del Concorso indetto lo scorso anno in occasione dell’Anno del Mare dal titolo: “Ed io semplicemente prendo il largo”.

Un ringraziamento particolare, infine, al Seminario vescovile di Massa Marittima nella figura del suo Rettore, don Filippo Balducci, per la calorosa e speciale accoglienza. A tutti gli inseganti l’augurio di una buona e meritata estate!

A cura dell’Ufficio diocesano per l’IRC