Unità dei Cristiani

La celebrazione dei vespri ecumenici

IL RACCONTO SU LATRACCIA DI DOMENICA 28 GENNAIO

La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è uno strumento prezioso per i movimenti ecumenici di tutto il mondo, per promuovere l’unità in Cristo e con Cristo dei cristiani di ogni professione di fede.
La settimana che va dal 18 al 25 gennaio è molto speciale per i cristiani di tutto il mondo. Dal 1908 è stata scelta per un’iniziativa ecumenica globale, tesa a rafforzare e consacrare l’unità dei cristiani di ogni paese. In realtà si tratta di otto giorni, non sette, che vanno dal 18 gennaio, quando nell’antico calendario liturgico si celebrava la festa della Cattedra di San Pietro, al 25 gennaio, giorno in cui la Chiesa ricorda la conversione di San Paolo. Non è certo un caso se il reverendo episcopaliano Paul Wattson ha scelto proprio questo lasso di tempo per la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

Da sinistra: don Kevin, delegato diocesano per l’Ecumenismo, il vicario generale, Padre Cipriano (chiesa romena ortodossa), il nostro Vescovo Carlo e padre Stefano (comunità ucraiana, chiesa di rito greco bizantino)

Già alla fine del XVIII secolo in ambito protestante si era iniziato a valutare una ricorrenza dedicata alla preghiera ecumenica per l’unità delle Chiese cristiane. Nella seconda metà dell’800 venne promossa un’Unione di preghiera per l’unità in occasione della festa di Pentecoste, iniziativa sostenuta sia dal Papa sia dai vescovi anglicani.
Nel 1902 l’enciclica patriarcale e sinodale Lettera irenica del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Joachim III invitava i cristiani del mondo a pregare la loro unione in Cristo.
La prima celebrazione dell’Ottavario di preghiera ecumenica dell’unità dei cristiani ebbe luogo a Graymoor (New York), ma non fu l’ultima delle iniziative promosse in questo senso.
Altri sacerdoti e movimenti religiosi nel mondo organizzarono settimane di preghiera per l’unità dei cristiani. Del resto è proprio San Paolo apostolo nella sua Lettera ai Tessalonicesi a esortare tutti i credenti: «Non cessate mai di pregare» (1Ts 5,17), e prima di lui Gesù stesso: «Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai». (Lc 18,1-8)

Da sempre l’ecumenismo tenta di unificare tutti i cristiani appartenenti a diverse chiese in iniziative di comunione e collaborazione.

Cattolici, ma anche Ortodossi e Protestanti, uniti dalla fede comune nella Trinità, ma divisi dal credo, dalle tradizioni, in una separazione secolare che, anche se non può essere colmata, può tuttavia lasciare spazio alla reciproca comprensione. Proprio a questo punta il movimento ecumenico, alla cooperazione al dialogo tra diverse professioni di fede in nome di una fraternità spirituale superiore, in Cristo e per Cristo.
L’unità tra i cristiani anche di professioni diverse è chiamata koinonía (comunione) ed è definita dalla confessione della fede apostolica, di una vita sacramentale comune, di una missione che lega tutti i credenti in Cristo e che altro non è che testimonianza del Vangelo e della Parola di Dio.

Foto della celebrazione dei vespri di sabato 20 nella concattedrale di sant’Antimo

Fu l’abate francese Paul-Irénée Couturier (1881-1953), il padre dell’ecumenismo spirituale, a infondere all’Ottavario per l’unità dei cristiani, che con lui divenne la Settimana universale di preghiera per l’unità dei cristiani, lo spirito che ancora oggi anima l’iniziativa, ovvero la riconciliazione tra tutti cristiani raccolti intorno a Gesù Cristo.
Il Pontificio Consiglio Unità dei Cristiani, o Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani è uno dei dicasteri della Curia romana. Il suo fine principale è proprio promuovere lo spirito ecumenico e l’unità dei cristiani.
In un primo tempo il compito di decidere il tema annuale della settimana di preghiera veniva assolto da Faith and Order (Fede e costituzione) un movimento ecumenico nato in ambito protestante, che proclamava la necessità di una maggior coesione tra cristiani per l’evangelizzazione, lo studio delle dottrine, la vita pratica.
Dopo che la partecipazione del Vaticano all’organizzazione dell’evento venne ufficializzata nel 1966 alla scelta dei temi e alla preparazione dei materiali si unì il Segretariato per l’unione dei cristiani, in seguito Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. In questo modo Faith and Order preparava il materiale per protestanti e ortodossi, mentre il Pontificio Consiglio si occupava dei testi per i cattolici.
Nel 1994 altri due organismi ecumenici laici si unirono ai lavori, rendendo l’organizzazione stessa della settimana di preghiera un’esperienza di comunione: le Federazioni mondiali delle Associazioni cristiane della gioventù maschile (YMCA) e femminile (YWCA).

Viene fissato un tema generale, a cui viene associato un passo biblico scelto dai due enti di organizzazione principali, e intorno ad esso vengono proposti testi che verranno letti e usati per la preghiera e i momenti di riflessione durante la Settimana.

Il tema comune quest’anno 2024 si basa sul vangelo di Luca: «Amerai il Signore Dio tuo … e il prossimo tuo come te stesso». Sono queste le parole dette da Gesù ad un maestro della Legge, a cui segue la parabola del buon Samaritano che spiega chi è il prossimo.
I testi di commento, le preghiere e le indicazioni su come vivere questo momento sono stati preparati da un Gruppo ecumenico del Burkina Faso, coordinato dalla Comunità locale di Chemin Neuf. Vivere questa esperienza di lavoro insieme, è un vero cammino di conversione ecumenica che porta a riconoscere che l’amore di Cristo unisce tutti i cristiani ed è più forte delle nostre divisioni.
don Kevin Sciberras
Delegato del Vescovo per l’Ecumenismo