Santuario della Madonna del Frassine

ORARIO SANTE MESSE (tutti i giorni eccetto il lunedì)

da giugno a settembre ore 17.30

da ottobre a maggio ore 16.30

Quello del Frassine è senza dubbio il primo e più· importante Santuario della Maremma, notissimo, specialmente nel Seicento e Settecento.

Mentre il nome del Frassine, in latino Fraxinetum, comincia ad apparire nei documenti dopo il Mille, la Chiesa di S. Maria in Frassineto ha come testimonianze più antiche: l’iscrizione in lettere gotiche nell’edicola della Madonna che ci assicura dell’esistenza di un’Opera di S. Maria nei secoli XIV o XV; la statua della Madonna, opera di scuola pisana primitiva, forse del sec. XIII.

Il Santuario, a croce latina, ha tre altare: il maggiore con due statue, lavoro di Domenico Notari di Lugano nel 1700. L’altare a destra, dedicato all’Assunta, fu costruito nel 1596; quello a sinistra, dedicato a S. Silvestro, fu eretto nel 1696.La Val di Cornia è terra santificata non solo dal Santuario del Frassine, ma anche dal martirio che vi subì S. Regolo che, forse per primo, vi importò e diffuse la devozione alla Madonna.

Nel passato una chiesetta dedicata al Santo era intimamente legata al Santuario, perché il Rettore di questo officiava anche quella, oggi del tutto scomparsa.La leggenda narra che in Africa questo insigne Pastore non cessava dall’inculcare al suo popolo che il Verbo non è una creatura, benché sublime, ma il Figlio dello stesso Dio, consustanziale al Padre. Perseguitato dagli Ariani, il vescovo Regolo decise di andare altrove a servire Dio:

“Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio onnipotente, degnati di essere sempre con noi; preparaci un luogo adatto; guida i nostri piedi nella via della pace perché ti possiamo serenamente servire”.

Due vescovi, tre preti, due diaconi (tra cui Cerbone, Felice, Giusto, Clemente e Ottaviano) risposero: “Amen” e lo seguirono, dopo che furono distribuite le terre possedute ai contadini. Sbarcarono sulla spiaggia di Populonia recando, come scorta e difesa, una statua della Madonna scolpita in legno. Amante della solitudine, S. Regolo , risalendo il corso della Cornia, si dette a vita eremitica in un bosco vicino all’attuale Frassine, dove operò molti miracoli, e da dove si diffuse la fama fino al punto che gli avversari nella fede lo condannarono a morte e lo decapitarono: era il 1 settembre dell’anno 545. San Regolo diceva:

“Disprezzo gli ordini del re Totila perché osservo quelli di Cristo, Figlio dell’Eterno Re. Sono disposto ad andare da Colui che si degna preparare un eterno banchetto ai suoi servi”.

Felice e Cerbone, vedendo i miracoli che si facevano per intercessione di Regolo, gli edificarono una chiesa.

A Lucca, dove le reliquie furono trasportate nel sec. VIII, sull’architrave della porta della Cattedrale contigua al campanile, c’è un bassorilievo del secolo XI raffigurante il Santo con un’epigrafe:

“Io Regolo affermo che F sempre esistito Dio Padre, il Figlio e lo Spirito Santo”;  dalla parte opposta il re Totila con l’epigrafe: “Noi ariani sosteniamo che il Figlio di Dio non F eterno ma ha avuto principio”.

Della statua della Madonna, custodita per cinque secoli nel Monastero sorto accanto alla chiesetta, si persero le tracce. Narra ancora una leggenda che verso il 1350 un bifolco della Val di Cornia aveva osservato che uno dei suoi buoi ogni giorno si rifugiava nel bosco e vi si tratteneva a lungo: Seguitolo, lo trovò inginocchiato davanti ad un frassino che nascondeva tra i rami una statua della Madonna. Si pensò di trasportarla nella chiesa del vicino castello di Monterotondo, ma le grazie e i miracoli che si moltiplicarono nel luogo del ritrovamento fecero a tutti comprendere che la Madonna aveva scelto quel frassino come suo trono di misericordia. Su quel vetusto tronco, prima racchiuso in un’edicola e poi in una chiesa, la Madonna è ancora Regina della Val di Cornia e della Maremma, meta di pellegrinaggi specialmente il 25 aprile, il lunedì di Pentecoste e l’8 settembre.

Il Santuario, anche di recente restaurato, è il principale della Diocesi di Massa Marittima-Piombino.