Al Giubileo anche i giovani dalla diocesi

Le emozioni di chi ha partecipato

Due i gruppi che dalla nostra diocesi sono andati a Roma per vivere le emozioni del Giubileo dei giovani.
Il primo, facente parte dell’Azione Cattolica, ha vissuto l’intera settimana nella Capitale, percorrendo questo cammino insieme alle altre delegazioni regionali dell’Associazione. Il secondo, legato alla Pastorale giovanile, è partito da Follonica il 31 luglio e ha partecipato a vari momenti, tra cui l’incontro col Cardinal Zuppi in piazza San Pietro, l’esperienza di prossimità proposta dall’Opera don Guanella, l’appuntamento con tutti i giovani toscani e, ovviamente, la veglia di preghiera con papa Leone e la Messa conclusiva, entrambe a Tor Vergata.
Stremati, ma pieni di vita vita e gioia per quanto vissuto, al loro rientro ci hanno raccontato le loro emozioni, riportate nel prossimo numero del settimanale diocesano in uscita Domenica 10 agosto.

A loro e a tutti i giovani giunti a Roma – erano un milione – si era rivolto con parole dolci papa Leone XIV.
Tantissimi i temi trattati, alcuni anche in base alle domande poste al Pontefice dai partecipanti stessi. «Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano!»: il Papa non ha certamente dimenticato il tema della guerra, chiedendo ai giovani di essere «testimoni di giustizia e di pace! Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne che siano testimoni di speranza!». «Strada della pace» che, secondo Leone, deve basarsi sull’autentica amicizia che «può cambiare il mondo». Amicizia e letizia, il Pontefice ha anche invitato i presenti a «continuare a camminare con gioia sulle orme del Salvatore, e contagiare chiunque incontrate col vostro entusiasmo e con la testimonianza della vostra fede». Una vita che non può essere basata sulla ricchezza che accumuliamo, ha detto nell’omelia della Domenica, ma «è legata a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere. Comprare, ammassare, consumare, non basta. Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, alle “cose di lassù”, per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità, facendo crescere in noi sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, di perdono, di pace».
Una vita, in cui, ha ricordato, non mancano certamente le fragilità, le quali però «non devono spaventarci, quasi fossero argomenti “tabù”, da evitare: sono parte della meraviglia che siamo». Ha invitato i giovani a non colmare la loro sete con “surrogati inefficaci”. Siamo fatti – ha sottolineato – «non per una vita dove tutto è scontato e fermo, ma per un’esistenza che si rigenera costantemente nel dono, nell’amore. E così aspiriamo continuamente a un di più che nessuna realtà creata ci può dare; sentiamo una sete grande e bruciante a tal punto, che nessuna bevanda di questo mondo la può estinguere. Difronte ad essa, non inganniamo il nostro cuore – l’appello del Pontefice -, cercando di spegnerla con surrogati inefficaci! Ascoltiamola, piuttosto! Facciamone uno sgabello su cui salire per affacciarci, come bambini, in punta di piedi, alla finestra dell’incontro con Dio. Ci troveremo difronte a Lui, che ci aspetta, anzi che bussa gentilmente al vetro della nostra anima. Ed è bello, anche a vent’anni, spalancargli il cuore, permettergli di entrare, per poi avventurarci con Lui verso gli spazi eterni dell’infinito».

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Giovani di tutto il mondo diretti a Tor Vergata
A Tor Vergata in attesa della Veglia

7 Agosto 2025

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