MESSAGGIO DI FINE ANNO 2018 DEL NOSTRO VESCOVO CARLO

Carissimi fratelli e sorelle, quindici anni fa i vescovi dell’Europa, riuniti in sinodo, manifestavano la loro preoccupazione riguardo ad una sorta di tentazione, definita come offuscamento della speranza e sottolineavano come il tempo che stiamo vivendo apparisse come una stagione di smarrimento: smarrimento della memoria e dell’eredità cristiane; paura nell’affrontare il futuro; diffusa frammentazione dell’esistenza; crescente affievolirsi della solidarietà inter-personale.
Alla radice dello smarrimento della speranza sta il tentativo di far prevalere un’antropologia senza Dio e senza Cristo.
Quali i frutti?
Si moltiplicano le divisioni e le contrapposizioni, il grave fenomeno delle crisi familiari e del venir meno della stessa concezione di famiglia, il perdurare o il riproporsi di conflitti etnici, il rinascere di alcuni atteggiamenti razzisti, le stesse tensioni interreligiose, l’egocentrismo che chiude su di sé singoli e gruppi, il crescere di una generale indifferenza etica e di una cura spasmodica per i propri interessi e privilegi. Tutto questo non può che acutizzare giorno dopo giorno una forte sensazione di solitudine, e se anche le istituzioni di assistenza svolgono un lavoro lodevole, si osserva un venir meno del senso della solidarietà, di modo che, anche se non mancano del necessario materiale, molte persone si sentono più sole, lasciate in balia di se stesse, senza reti di sostegno affettivo. La cultura europea dà l’impressione di una «apostasia silenziosa» da parte dell’uomo sazio che vive come se Dio non esistesse. (Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Esortazione post- sinodale Ecclesia in Europa, 28. VI. 2003, nn. 7.8.9) … CONTINUA NEL FILE ALLEGATO…